(Bergamo,
3 marzo 1997 - 19 agosto 2011) nel suo diario scrive:
Io ora so che la mia storia può finire solo in due
modi: o, grazie a un miracolo, con la completa guarigione, che io chiedo al
Signore perché ho tanti progetti da realizzare. E li vorrei realizzare proprio
io. Oppure incontro al Signore, che è una bellissima cosa. Sono entrambi due
bei finali. L'importante è che, come dice la beata Chiara Luce, sia fatta la
volontà di Dio.
Giulia è morta a 14 anni
per un tumore che ha combattuto per due anni e il suo diario è diventato un
libro molto apprezzato: “Un gancio in
mezzo al cielo” (Paoline). Del resto aveva un vero talento per la scrittura
e per la vita in generale.
Noi non ci rendiamo conto – scrive ancora - di
quanto quello che abbiamo valga veramente. Quando le cose vengono a mancare, ti
accorgi di quanto veramente sono importanti e quanto sono profonde e servono
per andare avanti. Io quando sarò guarita, se guarirò, devo fare qualcosa per i
giovani che non hanno ancora conosciuto questo grande amore del Signore.
La malattia va
sdrammatizzata, diceva sempre. Ironica, solare, piena di vitalità. Scopre
l’amore di Dio che si fa vicino nella sua sofferenza e a Medjugorje si
innamora della Madonna e inizia a recitare il Rosario ogni giorno. Di questo
pellegrinaggio dirà:
Non c'è una parola che possa descrivere
Medjugorje: posso solo dirvi che l'amore della Madonna è talmente grande, è
talmente forte che esplode in preghiera, conversioni, amore verso il prossimo.
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