(Riccione, Rimini, 19 agosto 1961 - Bologna, 2
maggio 1984) è da poco beata. La celebrazione annunciata per il 14 giugno 2020, presso la
Fiera di Rimini, è stata rimandata al 24 ottobre 2021, a causa della pandemia.
Di Sandra si è parlato soprattutto per il fatto che sarà la prima fidanzata
ammessa agli onori dell’altare Nata a Riccione,
qui incontra don Oreste Benzi,
fondatore della comunità Giovanni
XXIII a cui collabora con entusiasmo. Sul suo esempio, anche lei
scelse di condividere la vita con persone con gravi disabilità e tossicodipendenti.
Anche per questa ragione, dopo la maturità scientifica, s’iscrisse alla facoltà
di medicina a Bologna. Nel frattempo si fidanza con un ragazzo che
condivide il suo ideale: arrivare castamente al matrimonio per poi partire
missionari in Africa. Ma nel 1984, a 23 anni, viene travolta da un’auto mentre
si reca, col fidanzato, ad un incontro della comunità.
Per una
santità del genere, - afferma il vescovo di Rimini Francesco Lambiasi - “non
occorrono esperienze eccezionali di impegno ascetico o di contemplazione
mistica. Alla nostra cara Sandra è bastata la trama di una vita ordinaria,
tessuta di fede viva, sostenuta da una preghiera intensa e diffusa. Una vita
spesa nel lieto e fedele compimento del proprio dovere, punteggiata da piccoli
gesti di un amore teso all’estremo, in una appassionata amicizia con Cristo
«povero e servo», in un servizio generoso e infaticabile a favore dei
poveri. Una volta
incontrato Gesù personalmente, lei non ha più potuto fare a meno di amarlo, di
puntare su di lui, di vivere per lui, nella Chiesa”.
Il miracolo preso in
esame per la sua beatificazione è avvenuto nel 2007 e riguarda la guarigione di
Stefano Vitali, che fu il primo segretario di don Benzi e, all’epoca, era
assessore al Comune di Rimini, malato di tumore all’intestino, per il quale si
sottopose a svariate cure e operazioni, senza miglioramenti. Don Benzi che l’ha
definita “la ragazza tutta assorbita dall’Assoluto”, la cui “anima era arrivata
ad un punto di luce molto grande” invita Stefano a chiedere la grazia a Sandra.
Stefano segue le sue indicazioni e, nell’ottobre successivo, sottoposto a nuovi
controlli, il tumore risultava scomparso.
Alla traslazione della
salma hanno trovato la bara vuota. Da qui un piccolo giallo sulla scomparsa del
corpo: l’assenza è dovuta a trafugamento? Le falde acquifere hanno consumato il
corpo? Il vescovo Lambiasi ne ha
dato una lettura spirituale: “il chicco che ha il volto e il
nome di Sandra è caduto talmente in terra da sciogliersi completamente, da
farsi terra”.
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