(Scandiano, Reggio
Emilia, 5 giugno 1951 - Fidenza, Parma, 26 maggio 1999) si laurea in medicina a
Modena, città dove vivrà con la
sua sposa e con i quattro figli. Proveniente dagli ambienti sessantottini e amico di futuri
brigatisti, conosce e collabora con don Luigi Giussani nell’animazione
e nella formazione degli aderenti con iniziative delle quali egli è
organizzatore e relatore. Dirà: «chi mi ha insegnato a fare il medico è
Giussani». Non la tecnica, certo, ma che il paziente è prima di tutto una
persona, uno da ascoltare, da accompagnare, da curare nel migliore dei modi (e
Piccinini girava ospedali e università di tutto il mondo, per aggiornarsi
sempre). Ma se, poi, curare non basta, il paziente era per lui uno a cui stare
accanto fino all’ultimo. I testimoni raccontano che a chi stava morendo quel
medico diceva, da fratello, che «tornare da Dio, non è un male».
Convinto dell’esigenza di una
proposta educativa ispirata all’ideale cristiano, condivide con alcuni amici il
progetto di istituire a Modena una scuola gestita direttamente da genitori e
insegnanti. A questo scopo contribuisce a realizzare la cooperativa sociale La
Carovana che gestisce una scuola dall’infanzia fino alla secondaria di I
grado. Dà inoltre vita ad un centro culturale, La Collina della Poesia,
le cui attività costituiscono tuttora un punto di riferimento per centinaia di
giovani. Lavora come chirurgo vascolare e come docente universitario a Bologna.
Morirà improvvisamente a 48 anni in un incidente stradale.
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