(Roma,
20 novembre 1964 – 3 aprile 1981) ha dieci anni quando gli viene
diagnosticato un tumore alla gamba sinistra che, due anni dopo, le verrà
amputata. Questo non le impedisce di impegnarsi nella sua parrocchia, nel coro,
come catechista e nel gruppo parrocchiale del Rinnovamento. Morirà a 16 anni. Nel suo testamento spirituale
scrive:
Non voglio fiori al mio funerale: i soldi che
devono essere così inutilmente spesi siano inviati come aiuto alle missioni dei
padri Benedettini Silvestrini. Non piangete, ma gioite per me, perché
finalmente, se il Signore mi riterrà degna, potrò partecipare alla gioia
eterna. Lascio i poveri del mondo, lascio chi soffre nello spirito e nel corpo,
alle preghiere di tutti.
Con la sua infermità
aveva scoperto il valore del dolore accolto nella fede e una spiccata
sensibilità per i sofferenti e i poveri.
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